Edizioni Karl&Rosa

E ora, chi è il prossimo?

E ora, chi è il prossimo?

Di Daniel Tanuro

Tutti possono vedere il video dell’incredibile scena alla Casa Bianca , durante la quale Trump e Vance attaccano Zelensky, lo minacciano, lo umiliano, lo accusano di ingratitudine, guerrafondaio (“stai giocando con la Terza Guerra Mondiale”!), mancanza di rispetto e… pretendono che restituisca agli USA 500 miliardi di dollari (una cifra folle!), sotto forma di terre rare.

Non provo alcuna simpatia per il presidente ucraino, che è un politico neoliberista. Ma qui dobbiamo riconoscere in lui un certo coraggio e perfino un certo orgoglio. All’inizio della guerra aveva già rifiutato il taxi che Biden gli aveva offerto per andarsene. Questa volta è stato Trump a cui ha osato opporsi. Dopo uno scambio di battute al limite della lite, se ne andò addirittura sbattendo la porta… e senza firmare il famoso accordo sul saccheggio neocoloniale delle terre rare!

In questa vicenda delle terre rare, Zelensky può dare la colpa a se stesso. Fu lui a proporre di offrire le ricchezze minerarie ucraine agli Stati Uniti. Sperava di sedurre Trump e di ottenere un’estensione degli aiuti militari. Invece, probabilmente ha inconsapevolmente dato a Trump l’idea per un accordo diabolico: tagliare gli aiuti, aumentando così la minaccia russa… e costringere l’Ucraina a vendere la sua ricchezza… per poi condividerla con Putin. Per ora, sembra che Trump abbia mancato il bersaglio. Ma tornerà sicuramente.

Nel frattempo, coloro che da anni si sbagliano dicendo che l’Ucraina sta conducendo una guerra per procura contro la Russia, per conto degli USA e della NATO, hanno difficoltà a nascondere il fatto di non capire nulla della questione e di fare il gioco dell’imperialismo di Putin. Perché chi è il rappresentante di Washington oggi? La risposta è ovvia: il rappresentante è Putin! È su di lui che Trump conta per strangolare gli ucraini e costringerli a rinunciare alle loro ricchezze… con l’aiuto di Kim Jung-Un!

È certamente ovvio che gli Stati Uniti abbiano cercato di approfittare della resistenza ucraina per indebolire la Russia. Perché avrebbero dovuto lasciarsi sfuggire questa opportunità? Nella rivalità interimperialista tutti i mezzi sono buoni. Ma questa rivalità è allo stesso tempo una complicità tra banditi. L’intera catena di eventi successivi alla proposta di esfiltrazione di Biden dimostra che gli americani non vogliono far cadere Putin. L’Occidente, in realtà, vuole che il despota resti al potere per garantire stabilità e condividere con lui (e i suoi simili) la ricchezza mondiale sulle spalle del popolo.

Con Trump cadono le maschere. Cadono anche a sinistra. Per i teorici della cosiddetta “guerra per procura degli Stati Uniti contro la Russia”, è giunto il momento della verità. L’internazionalismo non è schierarsi dalla parte di un bandito contro un altro, in nome del “male minore”: è sempre schierarsi dalla parte degli oppressi contro gli oppressori, degli sfruttati contro gli sfruttatori, degli attaccati contro gli aggressori. Come dice lo slogan: “Dall’Ucraina alla Palestina, l’occupazione è un crimine”. “Perseverare nell’accampamento significa scegliere il sentiero che conduce alla palude rosso-marrone della memoria sinistra. Solidarietà con il popolo ucraino!

Post pubblicato sulla pagina 
Facebook di Daniel Tanuro venerdì 28 febbraio

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